Sabato 1 ottobre, alle ore 16,00: c’è stato il primo appuntamento della serie autunnale di Roma2pass. E abbiamo cominciato con un tuffo indietro di centocinquanta anni nella storia della nostra Capitale, quando – all’indomani della presa di Roma – si manifestò l’esigenza di dare prova concreta dell’esistenza del nuovo stato italiano. Alla guida del folto gruppo di Soci AMUSE due giovani e “talentuosi” architetti, Roberto e Laura, che, fin dall’inizio, si sono dimostrati padroni della materia e chiari nell’esposizione. Complimenti!
Siamo nel 1871, al governo c’è Quintino Sella che fortemente favorisce piani urbanistici rivoluzionari rispetto all’assetto della città storicamente sede della Chiesa e dei papi. Finanziamenti estremamente vantaggiosi spingono alla speculazione: protagonisti finanzieri italiani, ma anche francesi, tedeschi, belgi e così via. Vengono acquistate ville e antiche dimore, tenute e vigne di famiglie nobili, di prelati delle alte gerarchie ecclesiastiche ma anche di famiglie borghesi arricchitesi al servizio del papa. Sorgono al loro posto nuove costruzioni e soprattutto quell’asse ministeriale che, per l’appunto, dovrà testimoniare, con la sua imponente “monumentalità”, l’esistenza e il funzionamento del nuovo stato.
Insomma gli “affari” impazzano: sembra la cronaca dei nostri tempi, se non fosse che i ministeri datano oltre un secolo e mezzo fa (quello delle Finanze e del Tesoro, della Guerra, oggi della Difesa, dell’Agricoltura e altro ancora).
Roma insomma si scopre capitale, arrivano i piemontesi, con loro classi sociali diverse e desiderose di “spazi”. Inizia anche quella crescita demografica che porterà la popolazione dai circa 200 mila del momento della “Breccia di Porta Pia” agli oltre 500 mila nel giro di un paio d’anni.
La passeggiata è finita sotto qualche goccia d’acqua, quel tanto che induce al detto che se è bagnato (si intende il programma di Roma2pass a venire) sarà anche certamente fortunato nel suo esito finale.
Stefano Bellu